Christmas Island -intro
Black Celebration
A Question Of Time
Fly On The Windscreen
Shake The Disease
It's Called A Heart
Everything Counts
It Doesn't Matter Two
A Question Of Lust
Blasphemous Rumours
New Dress
Stripped
Something To Do
Master And Servant
Photographic
People Are People
Boys Say Go!
Just Can't Get Enough
More Than A Party

Eyeless In Gaza


Il duo avant-pop inglese degli Eyeless In Gaza venne costituito nel 1980, con Martyn Bates (chitarra e voce) e Peter Becker (basso, tastiere e voce) che presero il nome ufficiale dal titolo di un romanzo di Aldous Huxley. A volte saldamente melodici con voci drammatiche/emozionanti, a volte improvvisati e relativamente senza direzione, gli Eyeless In Gaza debuttarono nel 1981 con l’LP “Photographs As Memories”. Diversi altri album per la Cherry Red Records li ha visti alternarsi fra uno stile melodrammatico e senza meta che si è indirizzato sempre più verso l’improvvisazione.
Becker lasciò poi il gruppo nel 1987, lasciando Bates ad intraprendere una breve carriera solista.
Nel frattempo, gli archivi degli Eyeless In Gaza furono rispolverati con una serie di compilations: “Kodak Ghosts Run Amok” (1987) raccoglieva i singoli dal 1980 al 1986; “Transience Blues” (1989) riuniva rarità e outtakes; “Orange Ice And Wax Crayons” (1992) ha riportato alla luce materiale d’archivio del periodo 1981-1985 e “Voice” (1993) è servito da ‘best of’ retrospettivo.
Gli Eyeless In Gaza si riunirono nel 1992; la reincarnazione della band si è dimostrata tanto prolifica quanto la prima fase. La prima pubblicazione del duo riunito fu “Fabulous Library” del 1993, in cui figurava come protagonista la voce della cantante Elizabeth S. La limited-edition “Saw You In Reminding Pictures”, del 1994, fu un ritorno al formato non-strutturato e improvvisato, con un EP di accompagnamento, “Streets I Ran”, uscito all’inizio del 1995. Alla fine di quell’anno il gruppo ritornò ad un genere di materiale song-oriented con “Bitter Apples”, proseguendo su quelle idee con “All Under The Leaves, The Leaves Of Life”.
Il primo album degli Eyeless in Gaza in quasi cinque anni, “Song Of The Beautiful Wanton”, è stato pubblicato dall’etichetta americana Soleilmoon nel 2000.
(2)
 
I concerti in terra italiana a supporto di Black Celebration verranno ricordati come un qualcosa sui generis. Non soltanto per le insolite e prettamente estive locations (Pietra Ligure e Rimini), ma soprattutto per l'atmosfera rilassata, vacanziera, quasi da "ultimo giorno di scuola",  che pervade la band e l'intero entourage. 
Infatti, quando i Depeche suonarono nella calda estate italiana, il tour era alle sua battute conclusive, e fresco reduce dalle esibizioni all'altro capo del mondo, negli Stati Uniti prima ed in Giappone poi. I Depeche, che avevano avito soltanto pochi giorni di break prima di tornare sul palco per l'ultimo leg del tour, sono già con un piede in vacanza, assolutamente distrutti e con una gran voglia di divertirsi.
Circondati dal fedele manipolo di fans in nero, ma senza raggiungere il tutto esaurito, sul palco sistemato sul prato dello stadio Comunale di Rimini i Mode danno vita ad un concerto ben collaudato e senza sbavature, anche se gli appassionati di lungo corso
rimangono interdetti all'esecuzione di Boys Say Go!, brano che ha poco da spartire con le atmosfere intime create da Black Celebration, pubblicato ormai da sei mesi.
Vengono eseguiti sette brani dell'ultimo lavoro, mentre "resistono" Photographic e Just Can't Get Enough.
Clima e atmosfera favoriscono l'incontro nel backstage, al quale partecipano tutti e quattro i DM, oltre ad un piccolo gruppo di giornalisti inglesi al seguito del gruppo, inviati per seguire le ultime, inusuali date del tour mondiale ed ancora stupiti per il singolare episodio verificatosi il giorno prima a Pietra Ligure, quando, nel tentativo di raggiungere lo stadio, il pullman dell'entourage rimase letteralmente incastrato nei viottoli che conducevano all'impianto. Tutti a piedi, Depeche compresi, fino a destinazione.



 

 

 

 

 

 

 


  

  
 
 
 
 
 
 
 
 

  

 

 

  

  
 - It Doesn't Matter Two