Easy Tiger
Dream On (intro)
The Dead Of Night
The Sweetest Condition
Halo
Walking On My Shoes
Dream On
When The Body Speaks Waiting For The Night
It Doesn't Matter Two
Breathe
Freelove
Enjoy The Silence
I Feel You
In Your Room
It's No Good
Personal Jesus 
Home
Condemnation
Black Celebration
Never Let Me Down

Fad Gadget


Verrà meglio ricordato come uno dei pionieri elettronici che - accanto a Human League, Cabaret Voltaire e The Normal - erano all’avanguardia del Movimento Elettronico sul finire degli anni ‘70/primi anni ’80.
Fad Gadget è stato il primo a firmare un contratto con la Mute per la pubblicazione del suo singolo di debutto, lo spiazzante “Back To Nature” nell’ottobre del 1979. Registrato utilizzando una drum machine e un sintetizzatore, e al quale seguirono una serie di classici singoli tra cui “Ricky’s Hand”, “Fireside Favourites” e “Collapsing New People”. Il primo album, “Fireside Favourites” venne pubblicato alla fine del 1980. “Incontinent”, il secondo album (leggermente più dark del suo predecessore), uscì quasi esattamente un anno dopo il debutto, nel luglio del 1981. Gli album “Under The Flag” e “Gag” furono pubblicati rispettivamente nel 1982 e nel 1984. Lo spostarsi su territori con influenze dance e soul risultò in un genere di musica più leggero e meno urgente, ma i testi di Tovey rifiutavano fermamente di approcciare nulla che somigliasse a fatti mondani o di fantasia. A Tovey piaceva essere paragonato più a Bob Dylan che a Gary Numan, così come i suoi testi preferivano l’uomo qualsiasi alle macchine e agli alieni. Dopo “Gag”, Tovey decise di cominciare ad incidere con il proprio nome, e pubblicò sei album per la Mute tra il 1985 e il 1992.
Da artista davvero unico qual era, i suoi live show vedevano il leggendario e rapidamente affermato Frank Tovey come uno degli artisti più entusiasmanti in circolazione. Gli show finivano spesso con Frank che si feriva a causa delle sue intense performance. Recentemente è stato in tour per l’Europa con i compagni di scuderia Depeche Mode (per l’Exciter Tour, nel 2001) e stava lavorando su nuovo materiale al momento della sua morte, avvenuta il 3 aprile 2002 nella sua abitazione, per motivi tutt’ora ignoti.
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     Il 25 ottobre, giorno successivo della straordinaria performance di Milano, non c’é tregua per i Depeche Mode, attesi al PalaMalaguti di Bologna per ripetere gli exploit della serata precedente. Ancora una volta ad aspettare il gruppo c’é un palazzetto riempito in ogni ordine di posto, e 14.000 fans particolarmente eccitati dalle notizie provenienti da Milano.
     Per chi ha avuto la fortuna d’assistere al concerto della sera precedente, il maggiore interrogativo riguarda la scaletta, e le eventuali variazioni che il gruppo avrebbe deciso d’apportare. In realtà, la prima parte della scaletta non riserva particolari sorprese. Quando vengono spente le luci, tutto sembra identico: le prime note di Easy Tiger, seguite dalla chitarra di Martin e le tastiere di Gordeno in una nuova improvvisazione per dar vita alla solita affascinante versione strumentale di Dream On. Quando é il turno di Dave di salire in scena sulle note di The Dead of Night, il boato del pubblico é ancora una volta indescrivibile. La voce di Dave é ancora eccellente, neanche la prestazione della sera precedente sembra averla intaccata. Ci si avvia ad un’altra serata memorabile..
     Dopo Sweetest Condition, c’é la prima vera sorpresa, ma non proprio piacevole: nessun accenno alla città, nessun saluto particolare. Si parte così sulle note di Halo, il primo d’una serie di brani estratti dall’eccellente Violator che la band ha deciso di proporre durante la tournée. Una versione “classica”, ma chiaramente gradita dal pubblico bolognese. E prima del suo termine, finalmente Dave saluta alla sua maniera il pubblico : “Good evening Bologna!”. Un pubblico che si scatena ancor più sulle prime riconoscibilissime note di Walking in My Shoes, anche in virtù della nota silhouette che appare sullo schermo gigante posto in fondo al palco. Una versione che neanche questa si discosta molto da quelle proposte durante le due precedenti tournée, capace tuttavia di convincere i fans. 
     Il concerto prosegue sulle note del primo singolo estratto da Exciter, Dream On. Aperta dalla chitarra di Martin, la versione proposta é abbastanza sobria, tuttavia si anima con un intermezzo a base di tastiere, batteria e chitarra acustica che la band ha deciso d’inserire durante il brano. Con Dave che a più riprese chiede ai fans di cantare a squarciagola “Can you feel a little love?”, e viene puntualmente accontentato. Per rifiatare un pò e calmare l’atmosfera, la band esegue la stupenda When the Body Speaks, il cui punto di forza resta ancora una volta l’assolo vocale finale di Dave, ascoltato in quasi religioso silenzio da parte del pubblico del PalaMalaguti. Seguita dalla magnifica Waiting For the Night, a sua volta conclusa dallo stupendo assolo vocale di Martin che strappa gli applausi dei fans. 
Dave lascia il palco per qualche minuto, é il momento di Martin, delle sue ballads, che si aprono con quella che per alcuni é una piacevole sorpresa : It Doesn’t Matter II. I fans più giovani sembrano essere un pò sorpresi da questo capolavoro estratto da Black Celebration, ma il resto del pubblico ne conosce le parole a memoria ed accompagna Martin nella sua esecuzione. Si prosegue con Breathe in una versione molto più convincente di quella che si può apprezzare sull’album Exciter.
     Al termine di questo intermezzo, arriva il momento del ritorno in scena di Dave sulle note di Freelove. Una versione in cui il frontman dei Modies cerca di coinvolgere quanto più possibile il pubblico. E quando l’atmosfera sembra quietarsi, giunge inatteso il momento del brano più conosciuto del gruppo, Enjoy the Silence. Esplode il PalaMalaguti, che accompagna interamente il gruppo nell’esecuzione di questo stupendo brano. Proprio sulle prima norte del brano, Dave esprime il proprio ringraziamento a Fad Gadget, che ha assicurato l’apertura degli show dei Modies in Europa: ”I’d like to take this opportunity to thank Fad Gadget! You know, wonderful, superb. Thank you guys”.
     Per non dar tregua, la band esegue un altro classico particolarmente apprezzato dai fans, I Feel You, come sempre preceduto da un’introduzione relativamente lunga. Anche questa versione sembra essere particolarmente gradita ai fans, instancabili anche quando c’é da gridare “This is the morning of our love”.. L’atmosfera sembra dover di nuovo calmarsi con In Your Room, proposta nella versione “singolo”, ed accompagnata da un video quantomeno singolare proiettato sullo schermo gigante (alcuni pesci in un acquario..). Ma é un fuoco di paglia: é un boato ad accogliere le note di It’s No Good, che fanno ballare l’intero PalaMalaguti. E il pubblico va in visibilio quando subito dopo il gruppo esegue la fantastica Personal Jesus, come sempre arrangiata in modo tale da poter coinvolgere al massimo i fans.
     E il momento dei saluti, il gruppo si ritira per ritornare in scena qualche minuto dopo con un bis alquanto calmo. É Martin ad aprirlo con Home, interpretata stupendamente dalla mente del gruppo. Al termine, torna in scena Dave, e c’é una piccola sorpresa : al posto dell’attesa Clean, c’é Condemnation, brano per cui il frontman dei Modies nutre un particolare affetto. Probabilmente é questa la ragione che lo porta a cantare questo brano con grande intensità. Segue Black Celebration, in una versione caratterizzata da un ritmo della batteria decisamente diverso rispetto a quello della versione originale.
     E si arriva al gran finale, con le braccia in aria dei fans per Never Let Me Down Again, in una versione che ricorsa a tratti il riuscitissimo “Aggro mix”. Una versione che vede la band scatenarsi, fino alle ultime note ed al saluto al calorosissimo pubblico di Bologna.

(Giacomo Solazzo)


  
      

  
  
  
  
  
  
 
 

  

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