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Intro
WelcomeTo My World
Angel
Walking In My Shoes
Precious
Black Celebration
Policy Of Truth
Slow
But Not Tonight
Heaven
Behind The Wheel
A Pain That I'm Used To
A Question Of Time
Enjoy The Silence
Personal Jesus
Shake The Disease
Halo
Just Can't Get Enough
I Feel You
Never Let Me Down Again |
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The Soft Moon

The Soft Moon, opener
della data di Torino, sono frutto della genialità di
Luis Vasquez, produttore, compositore e polistrumentista
di Oakland. Il loro sound è un misto tra ebm, krautrock
e darkwave. Dopo la pubblicazione nel 2009 dei singoli "Breathe
the fire" evidentemente influenzata dai Joy Division e "Parallels"
caratterizzata sonorità più noisy, pubblicano nel 2010
il loro primo album, che prende il nome dalla stessa
band e che mostra a tutti quanto Vasquez abbia amato non
solo i Joy Division, ma anche Suicide, Killing Joke e
The Cure. Dopo 2 anni di silenzio, nel settembre 2012
tornano in pista con "Evidence", singolo nato dalla
collaborazione con John Foxx, che anticipa di un mese
del nuovo album intitolato "Zeros", che appare rispetto
al primo disco primo delle sfumature vintage che
caratterizzavano il lavoro precedente. La data di Torino
è la giusta occasione per presentarsi al pubblico
italiano. Piccola curiosità: nella live band figurano
due musicisti di chiara origine italiana.
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Torino è una città che non ha incontrato spesso i Depeche
Mode (le cronache riferiscono solo due precedenti occasioni,
nell’ottobre del 1987 e nel novembre 2009). Fortunatamente,
stavolta è valso il proverbio: “non c’è due senza tre”.
Ci accomodiamo all’interno del PalaOlimpico, moderna
struttura che all’esterno si presenta con una pianta
rettangolare, e attendiamo lo scoccare delle 21. Finalmente le
luci si spengono e parte l’intro di Welcome To My World: Martin,
Andy, Christian e Peter prendono posizione sul palco
accompagnati dai nostri applausi. Poi entra lui, il Divo Gahan,
impeccabile in giacca lucida e gilet brillante, che appare
spalancando le braccia e lanciandosi in una serie di piroette.
Un altro dei pezzi del nuovo album, Angel, poi si passa alla
storica Walking In My Shoes: l’esultanza è alle stelle, la
celebrazione corale ha inizio e proseguirà anche con la
micidiale Black Celebration. Ecco Should Be Higher: le
proiezioni a supporto del brano lasciano scorrere un tripudio di
giochi pirotecnici entusiasmanti. Policy Of Truth è potenza allo
stato puro, e qui Dave sfodera il suo ascendente ancheggiando
sensualmente contro l’asta del microfono.
Pausa per lui, e il frontman ora è Martin: canta Slow e poi
But Not Tonight con un’esecuzione splendida. E i nostri cori
spontanei al termine del brano sono stati apprezzati anche da
Dave, nel frattempo tornato ad occupare la sua posizione in
prima linea.
Si passa alla delicata Heaven, dopodiché entriamo nel cuore
dello show: ecco Behind The Wheel, superba e vigorosa. A Pain
That I’m Used To viene presentata nella versione Jacques Lu Cont
Mix, e a me non dispiace. A Question Of Time, Enjoy The Silence
e Personal Jesus rappresentano l’apice della celebrazione,
l’esplosione di adrenalina che mi aspetto e che vorrei non
finisse mai.
Siamo ormai ai bis: Shake The Disease acustica è emozionante,
Halo nella versione Goldrapp remix è divina poesia. Just Can’t
Get Enough, trent’anni e passa e non sentirli! Dave si dimena
come solo lui sa fare, e il pubblico contraccambia nei cori a
grandissima voce. Lui, palesemente compiaciuto, ci grida: “one
more!” quattro volte di fila.
Passiamo da I Feel You a Never Let Me Down Again: arriva la
chiamata per l’attesissimo campo di grano e un momento dopo,
archiviati i saluti di routine, sono lì a chiedermi: “E adesso?”
Non mi pongo la questione, per ora. Mi godo ancora un po’ questa
gradevole sensazione di benessere e vado via.
Giorgia Di Clemente
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