|
 |
|
Dopo
sei mesi dall'ultima apparizione, i Depeche Mode tornano a
Milano. Cambio location (Teatro tenda Lampugnano) ma stessi
risultati. Infatt, il concerto raggiunge ben presto il sold-out,
anche se le cronache del tempo (vedi riquadro press) sono
discordi sull'affluenza: tremila fans in fila nella freddissima
serata milanese secondo il Corriere della Sera, cinquemila per
il sempre velenoso Rockstar, che scomoda Orwell per evocare il
dominio delle macchine e definisce i DM come "oggetti
suonanti non identificati".
Due singolari episodi nei precedenti concerti italiani non
costituiscono un viatico incoraggiante: il concerto al Teatro
tenda di Bologna sara' ricordato per l'acqua che pioveva siu
synths, mentre il giorno prima, al Teatro tenda di Firenze,
qualcuno o qualcosa trancio' i cavi tra il mixer ed il palco,
col risultato di far piombare il concerto in un improvviso
silenzio ("Queste cose succedono soltanto in Italia",
sbotterā poi Alan Wilder).
Ma al Lampugnano di Milano, tutto va per il verso giusto. La
padronanza scenica dei Depeche č ulteriormente migliorata, la
scenografia metallica del palco, piu' ricca e curata, fornisce
il suo contributo, e perfino l'impianto sonoro appare molto piu'
potente di quello apprezzato mesi prima al Teatro Orfeo.
La band, appena terminato il tour in terra tedesca che ha fatto
seguito al segmento inglese, confesserā ai piu' intimi la
propria stanchezza. Ma questo č un dettaglio che sfugge alle
prime file dei fans piu' appassionati, in rigorosa tenuta dark
ed preda ai primi veri eccessi di fanatismo made in Italy.
Gli estratti da Some Great Reward, pubblicato due mesi prima,
sono sette, mentre restano in scaletta alcuni classici come See
You, Just Can't Get Enough e l'immancabile Everything Counts.
Torna in setlist la mitica Leave in Silence.
Nonostante la stanchezza tutti e quattro i Depeche partecipano
al backstage party, che a Milano comincia giā ad essere un po'
piu' affollato...
|
|
|