Painkiller -intro
A Question Of Time
World In My Eyes
Policy Of Truth
It's No Good
Never Let Me Down Again
Walking In My Shoes
Only When I Lose Myself
A Question Of Lust
Home
In Your Room
Useless
Enjoy The Silence
Personal Jesus
Barrel Of A Gun
Somebody
Stripped
Just Can't Get Enough

Purity


Mixando ipnotici beat jungle con un proprio deciso beat di programming elettronico, le Purity hanno visto molti giorni neri per decidere di lasciar perdere tutto quando arrivarono in studio per la prima volta nel 1997 (anno in cui è stato pubblicato il loro unico album, “Built”). Con i cupi dintorni del sud di Londra ad esercitare una profonda influenza sul loro lavoro, i membri Jill Stark (programming), Florence Briggs (tastiere/chitarra) e Icy Lazare (tastiere/chitarra) divennero la prima band a firmare un contratto con la Tommy Boy Records tramite Internet. Con gli agganci della label, è stata data alle Purity un’occasione per suonare dal vivo e passare un po’ di tempo in studio a registrare nel 1998 i singoli “Adrenaline”, “Bullets For Words” e “Interference/Baby Universe”.

 
     Milano, ancora una volta, ha fatto il miracolo. Reduci dall'incerta performance di Bologna del giorno precedente, i Depeche sentono aria di casa e ritornano se stessi, regalando agli oltre 12.000 del Forum uno spettacolo degno del loro nome. Fin dal dj set iniziale di Tim Simenon, alias Bomb The Bass, nonchè produttore di Ultra, si capisce che sarà una serata da ricordare. Splendide selezioni musicali (tra cui spicca l'allora sconosciuto ai più Fad Gadget di "Back to Nature" e Aphex Twin) e, soprattutto, un'acustica assai migliore rispetto al Palamalaguti. Sensazione, questa, confermata dall'esibizione delle Purity, perchè qualche bel suono, nel calderone drum'n'bass/techno di repertorio delle tre ragazze, è possibile distinguerlo. E infatti il loro spettacolo fila via tranquillo senza particolari reazioni negative, e qualcuno, sugli spalti ma anche in platea, accenna pure a muoversi timidamente a ritmo delle scudisciate ricavate dai synth distorti. Alle 21,30 in punto, sotto le note dell'intro di Painkiller, i DM entrano in scena, accolti dalla solita ovazione. Si capisce da subito che sarà un bel concerto, perchè Dave stasera sta molto meglio, la voce è in via di guarigione e sul palco si muove e si dimena come lui solo sa fare. La scaletta è la solita, anche se purtroppo, come il giorno prima a Bologna, vengono escluse I Feel You e Condemnation. Il problema alle corde vocali sembra superato, ma incombono le date londinesi e così si decide che è meglio non rischiare......L'entourage della band segue il concerto affianco al palco, in una zona interdetta al pubblico, ma la curiosità maggiore è data dalla moglie e le due figlie di Martin, che si sistemano a ridosso del palco, sulla sinistra (a pochi passi dalla postazione synth del biondo) e rimangono lì per tutta la durata del concerto, con la figlia più grande che avvicina la chitarra al padre prima di ogni brano in cui viene utilizzata.
     Si diceva del concerto. la migliore resa del suono fa apprezzare di più anche gli arrangiamenti, piuttosto minimali, che vengono proposti per presentare il vero best of dei DM. E così ci si accorge che la batteria acustica può reggere anche brani storici come World in my eyes e Stripped, mentre la presenza del drummer e di Gordeno risulta assai discreta e non invadente come invece avverrà in futuro. Memorabile come sempre il momento in cui, durante NLMDA, le luci del Forum si accendono per riprendere la marea di braccia che si agitano all'unisono, mentre l'unica nota stonata rimane l'esecuzione finale di Just can't Get Enough, che forse vorrà essere un sincero omaggio ai fans, ma che davvero ha poco a che fare con la scaletta in programma e soprattutto viene buttata giù in una versione che fa sinceramente rabbrividire, se si pensa ai gioielli degli anni d'oro. Il concerto si chiude dopo esattamente 90 minuti, complice le due canzoni eliminate, ma si va via felici. Dopo il disorientamento del giorno precedente, il pubblico ha ritrovato il suo gruppo. E, per come si erano messe le cose negli anni precedenti, non è poco.

(Mauro Caproni)


 

  
  
  
 
  
  
  

  

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