Laddove però i Kraftwerk insistevano sul
valore benefico della tecnologia e su un approccio volutamente
idealizzato ed ironicamente distaccato rispetto alla realtà circostante,
Foxx si serve invece intensamente delle sonorità cupe, meccaniche ed
ossessive per esplorare assai meno rassicuranti sensazioni
d’inquietudine ed alienazione esistenziale che riflettono una società
lacerata da una terrorizzante crisi d’identità e certezze. Il successivo The Garden (1981) segna già una svolta di rilievo rispetto a Metamatic, che porta Foxx ad abbandonare il purismo elettronico esasperato per una musica più intimista e sottilmente malinconica. Ne è un mirabile esempio il primo singolo tratto dal disco, Europe After The Rain, brano semi-acustico e delicatamente romantico che si pone quasi agli antipodi rispetto alla disturbante glacialità delle canzoni di Metamatic. Nel disco trovano spazio anche episodi più movimentati e pervasi dall’elettronica, come Systems Of Romance, Walk Away e Dancing Like A Gun, mentre più ardite appaiono una reinterpretazione del Padre Nostro in chiave elettronica (Pater Noster) e la stessa title track, che si dipana con sorprendente equilibrio tra momenti d’intimità ed imponenti aperture sinfoniche. Mentre il techno-pop di cui è stato precursore impera ormai nelle classifiche britanniche ed europee in genere, Foxx dimostra ancora una volta la sua allergia alle mode e la sua indipendenza di artista senza compromessi con The Golden Section (1983), che si avventura addirittura nei territori della psichedelia britannica di fine anni ’60, con frequenti richiami ai primi Pink Floyd, ai Velvet Underground e soprattutto ai Beatles, come attestano sia una musica rock dalla struttura più ricercata sia i testi surreali (Running Across Thin Ice With Tigers, Sitting At The Edge Of The World). Non mancano comunque brani più spiccatamente electro-pop, come la trascinante Endlessly. Nella tournée che seguirà la pubblicazione del disco, la prima dai tempi degli Ultravox, John preferisce affidarsi prevalentemente ad una band tradizionale e non alle macchine, accantonando quel binomio vincente uomo - macchina che aveva decretato la sua fortuna, e i risultati di questa nuova direzione artistica saranno nel complesso deludenti, sia dal punto di vista delle vendite sia della qualità. In effetti, il successivo In Mysterious Ways (1985) passa pressoché inosservato e, anche dal punto di vista creativo, segna un punto morto nell’opera di Foxx. Solo a partire dalla metà degli anni ’90, e poi in seguito alla progressiva rivalutazione del suo lavoro, Foxx ritorna ufficialmente sulla scena musicale, e lo fa innanzitutto con due nuovi dischi, entrambi datati 1995: Shifting City, in collaborazione con Louis Gordon, e lo strumentale Cathedral Oceans, caratterizzato da un approccio ambient debitore di certe opere di Brian Eno, e portato in tour in luoghi insoliti come chiese e giardini botanici. Sempre con la preziosa collaborazione di Gordon, Foxx pubblica nel 2002 The Pleasures Of Electricity, che rivisita le intuizioni di Metamatic, del quale tuttavia smorza i toni claustrofobici a beneficio di una musica di stampo techno-dance più fruibile e venata d’ironia. Sulla stessa scia si colloca infine Crash And Burn (2003), in cui l’artista, sempre confermandosi all’interno di una rigorosa cornice elettronica, continua ad esplorare nuove forme d’espressione: lo swing futurista di Cinema, la dance ruspante di Ray 1 /Ray 2, il nitido minimalismo di Smoke, i metallici richiami kraftwerkiani di She Robot lo ripropongono con forza sia come stimato punto di riferimento della musica elettronica, sia come artista tuttora all’avanguardia. /Fabio Milella) |