Il gruppo inizia un tour mondiale di promozione, durante il quale viene pubblicato un EP, Confusion, che segna l’inizio della collaborazione con il produttore dance di New York Arthur Baker. Seguono quasi a ruota i successivi singoli Thieves Like Us e Murder: ormai la strada del successo è spianata e tutte le pubblicazioni della band raggiungono puntualmente i primi posti delle classifiche internazionali. All’inizio del 1985 i New Order cambiano etichetta discografica passando alla neonata label Qwest Records di proprietà di Quincy Jones, per la quale incidono il terzo album Low Life, anticipato dal singolo The Perfect Kiss. La formula è ormai collaudata e 45° e album non falliscono il successo commerciale, anche se Low Life sotto l’aspetto musicale dà l’immagine di un gruppo più maturo e deciso sulla strada da percorrere, e qualitativamente parlando è assai migliore del precedente Power. L'album si apre con una canzone dal vago sapore folk, Love Vigilantes riarrangiata egregiamente in chiave elettronica, così come Face-Up che chiude il disco.
In mezzo troviamo la melodia memorabile di Perfect Kiss, la malinconica e sentimentale This Time Of Night e l’altro infallibile hit da discoteca Sub-culture. Nello stesso periodo viene registrata una canzone, Shellshock, destinata ad apparire nella colonna sonora del film di John Hughes Pretty In Pink. Il successivo album “Brotherood”, prodotto dalla band stessa e registrato tra Londra Dublino e Liverpool, esce nella seconda parte del 1986 preceduto come al solito da un singolo, in questo caso Bizarre Love Triangle, che va subito in classifica negli States grazie al remix prodotto da Shep Pettibone, guru americano della dance music. Trascinato dal singolo, Brotherood per la prima volta raggiunge la top ten USA, anche se dalla critica viene considerato il disco più debole della loro collezione. Sicuramente è più suonato rispetto ai precedenti lavori, come dimostrano As It Is When It Was (che inizia con un semplice arpeggio di chitarra acustica), Broken Promise (che si regge su basso alla Joy Division e batteria incalzante), e le intime e quasi malinconiche All Day Long e Every Little Counts. Solo State Of The Nation e soprattutto l'ariosa melodia e il ritmo di Bizarre Love Triangle sembrano provenire dai dischi precedenti. Dopo un estenuante tour americano il gruppo decide che è venuto il momento di assemblare tutto il materiale finora pubblicato in una compilation contenente tutti i singoli realizzati e in aggiunta un nuovo brano di promozione della raccolta. Il nuovo 45°, True Faith esce nella primavera 1987 prodotto e scritto insieme a Stephen Hague, sulla ruota del grande successo ottenuto da quest’ultimo con i Pet Shop Boys, e accompagnato da un grande video diretto da Phillipe Decouffle, che vincerà anche un award come video migliore dell’anno (ricordate due uomini molleggiati che si schiaffeggiano a ritmo di musica?). Il brano va al numero 5 delle UK charts e grazie al grande lavoro promozionale fa arrivare i New Order a un pubblico più vasto (per intenderci, anche a chi non aveva mai sentito parlare dei Joy Division) .
E’ il turno quindi della raccolta (doppia) intitolata semplicemente Substance, lo stesso nome utilizzato per il best dei Joy Division, e contenente tutti i singoli del gruppo compresi quelli che non avevano trovato posto negli LP, oltre ad alcune versioni strumentali degli stessi, per esempio The Beach che non è altro che Blue Monday strumentale. Substance raggiunge il disco di platino (il primo per i New Order), convincendo gli stessi a realizzare nel 1988 un secondo singolo tratto sempre dalla raccolta, e cioè Blue Monday ’88, remixata per l’occasione da Quincy Jones e che, neanche a dirlo, ritorna immediatamente in vetta alle classifiche americane e inglesi. Squadra che vince non si cambia, e allora ecco nel 1989 la band di nuovo al lavoro con Stephen Hague per la realizzazione del sesto disco, e cioè Technique, preceduto dal singolo di turno All The Way. L’album, uno dei più belli in assoluto della loro carriera, è registrato in quattro mesi, due dei quali trascorsi a Ibiza, senza che peraltro il suono abbia ceduto alle lusinghe del Balearic Beat. Technique invita sì alla danza, strizzando anche l’occhio alla house (Fine Time per esempio), ma lo fa restando fedele all’espressionismo musicale del gruppo, come dimostrano splendide song come Dream Attack, All The way, Mr Disco, Round And Round e Run, che confermano lo stile elegante e romantico del gruppo anche in piena era house e techno. Insomma siamo in presenza di un disco pop, ma di classe eccelsa. All’uscita del disco, che sale al primo posto delle classifiche inglesi, fa seguito il secondo singolo Round And Round e un massacrante tour americano in compagnia dei Public Image Ltd di John Lydon e dei Sugarcubes di Bjork. Nei due anni seguenti il gruppo decide di staccare la spina e i singoli componenti danno sfogo a progetti musicali individuali: Bernard Sumner forma con Johnny Marr (ex Smiths) gli Electronic, che nel 1991 danno alle stampe il primo lp omonimo riscuotendo un discreto successo anche se la formula si avvicina più alla disco dei Pet Shop Boys, che infatti compaiono come ospiti, che non ai New Order o agli Smiths. Il bassista Peter Hook forma nel 1990 i Revenge, restando con “One True Passion” del 1990 piu` fedele al sound dei New Order. La tastierista Gillian Gilbert e il batterista Stephen Morris danno vita al progetto The Other Two e pubblicano nel 1993 “The Other Two & You”. Con tutti questi progetti paralleli, aumentano le voci di scioglimento del gruppo, senza che peraltro arrivi mai un comunicato ufficiale da parte della band. Che infatti non si scioglie e a fine ’91 annuncia l’intenzione di entrare in studio, sempre col produttore Stephen Hague, per la realizzazione di un disco che dovrebbe uscire nella primavera del 1993. Puntuale, nel Marzo del 1993 esce “Republic”, il nuovo lavoro che sarà accompagnato nel corso dell’anno da ben quattro singoli: Regret, World, Spooky e Ruined in A Day. Un disco riuscito a metà, (tra l’altro la storica etichetta della band, la Factory, fallisce con centinaia di migliaia di sterline di debiti lasciando il gruppo senza casa discografica) anche a causa di recensioni assai confuse insistenti sullo scioglimento o comunque sull’indecisione della strada da intraprendere. E’ un album che nasce nell'incrocio fra il sentimentalismo malinconico che ha sempre accompagnato il gruppo e lo spleen fatalista di West End Girls dei Pet Shop Boys, a cui “Republic” strizza l’occhio, forse troppo. Sono, insomma, i cromosomi degli Electronic a prendere il sopravvento nel suono dell’lp, anche se con un occhio alla techno con la ritmica accentuata di Chemical e all'hip hop con la base sincopata di Times Change; uno dei brani più di atmosfera del disco è lo strumentale di chiusura, Avalanche. Dopo una partecipazione estiva al Festival di Reading in qualità di Headliner, i membri della band ritornano ai loro progetti solisti, e Hook ne approfitta per formare nel 1996 i Monaco, un duo con il cantante David Potts che ottiene un buon riscontro in termini di vendite e di critica con il disco “Music For Pleasure”, trainato da singoli di successo come What Do You Want From Me? E Shine. Nel frattempo gli Electronic di Sumner e Marr realizzano altri due dischi senza ottenere però i risultati sperati. Nel 1998, dopo cinque anni di silenzio, i quattro si ritrovano per alcune apparizioni live e registrano nuovo materiale. Il primo brano ottenuto da queste sessions di registrazione, Brutal, viene incluso nella colonna sonora del film The Beach. Ma l’anno della resurrezione definitiva è il 2001, che vede la realizzazione, dopo otto anni, del nuovo album “Get Ready” presentato in anteprima nel corso di un concerto all’Olympia di Liverpool il 18 Luglio, alla vigilia del tour americano. Ospite speciale del concerto, e presente anche nel disco, l’ex leader degli Smashing Pumpkins Billy Corgan che un po’ in disparte suona la chitarra per tutta la durata del concerto. La produzione del disco è affidata a Steve Osborne, e mette in risalto tutti gli strumenti creando un bilanciamento perfetto tra rock ed elettronica. L’lp è aperto da Crystal, che è anche il singolo anticipatore entrato di prepotenza nella top ten inglese, che subito rivela il contenuto dell’album: techno-pop che oscilla tra dance e new wave, con spunti di chitarra interessanti specie in 60 Miles An Hour e Turn My Way con la presenza alla chitarra e alla voce di Corgan. Il basso che ha fatto la fortuna dei Joy Division è in bella evidenza in Primitive Notion, mentre le atmosfere elettroniche di Vicious Streak rappresentano uno dei punti più alti dell’intera collezione. L’influenza e la collaborazione dei Chemical Brothers e di Bobby Gillespie dei Primal Scream è evidente nelle song simil-techno Close Range e Slow Jam. Altra pausa di 3 anni e poi, quasi per miracolo, riecco la band alle prese con Spooky, che secondo le intenzioni di Sumner e soci dovrebbe avvicinarsi più alle atmosfere dance dei primi lavori che non all’ultimo Get Ready. Il risultato però non sembra all’altezza del glorioso passato, e anche i brani che dovrebbero fare da guida al disco in realtà si rivelano piuttosto scialbi, privi di quella brillantezza e ricerca melodica che da sempre si erano rivelati il marchio di fabbrica della band.
 

(Mauro Caproni)