E-mu Emax II Turbo
Gretsch Anniversary
Percussion Pads
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Un aereo privato da quindici
posti per gli spostamenti, un seguito di cento persone ed undici
autoarticolati. Già nella logistica si intuisce la portata del
World Violation tour, partito negli Stati Uniti nel maggio 1990
e che complessivamente riunì una audience di un milione e
duecentomila spettatori.
L'uscita di Violator (numero 2 in UK), oggi considerato come il
capolavoro dei Depeche Mode, suscitò reazioni complessivamente
buone da parte della stampa inglese, che cominciò a riconoscere
una certa dignità artistica alla band, oltre al merito di aver
di fatto influenzato l'incipit della nuova, dirompente tendenza
del momento, la House music di Chicago.
La prima fase negli States fu un vero successo: impianti da
cinquantamila posti andati in sold-out, prevendite attivissime
ovunque, spinte dal settimo posto e dal disco di platino
ottenuto da Violator in USA. Tra i gruppi supporto, perfino gli
Electronic, il gruppo formato da Bernard Sumner dei New Order e
Johnny Marr, ex Smiths.
Il tour che segnò l'avvicinamento di Dave agli stupefacenti
toccò l'Europa soltanto in una seconda fase. Le due date
italiane di Milano e Roma, infatti, caddero nell'ultimo mese di
tour, nel novembre 1990. Più di ventimila biglietti venduti,
grosso entusiasmo ai Palasport. Per la stampa italiana, è l'ora
della deferenza. I maggiori quotidiani riconoscono ai Depeche
Mode una grossa visibilità ed il merito di aver continuato per
la loro strada nonostante tutto e tutti. Insomma, per i media è
il tempo di ravvedersi e -perché no- anche quello di salire sul
carro del vincitore. Uno sport al quale si sarebbero avvicinati
tutti, con gli anni ed i milioni di copie vendute dai DM. Quando
si dice la coerenza....
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