


Metamatic
Underpass - The Thin Wall
John Foxx (pseudonimo di Dennis Leigh)
nasce a Chorley, nel Lancashire, dove fin da piccolo si dedica agli
studi d’arte frequentando tre diverse accademie, prima di rendersi
conto che la musica è la sua vocazione. Decide così di dare vita ad
una band, gli Ultravox, che in questa fase annoverano il
tastierista/violinista Billie Curry, il chitarrista Steve Shears, il
bassista Chris Cross ed il batterista Warren Cann.
Dopo un esordio contraddistinto da uno stile ruvido ed aggressivo,
gli Ultravox optano decisamente per una forma di rock un più
decadente e sofisticata, influenzata dai primi Roxy Music. Purtroppo
per loro, in questo periodo la musica britannica imbocca la strada
del punk e la rivoluzione neo-romantica di Steve Strange è ancora
lontana, ragion per cui la band non trova un contesto idoneo ad
accogliere la sua particolare forma espressiva e rimane quindi
vittima di molte incomprensioni e diffidenze, come attesta il netto
fallimento commerciale del loro primo omonimo disco, pubblicato
dalla Island nel 1977, e che pure può vantare la produzione di Brian
Eno.
Forse anche a causa di ciò, John Foxx, leader carismatico e autore
di tutti i testi e le musiche del gruppo, decide di imprimere una
virata verso l’elettronica, e infatti il successivo disco Ha! Ha!
Ha! (1978) spiana la strada del futuro: la ripetitività robotica di
Rockwrok, l’introduzione glaciale di Frozen Ones e l’elettronica
fascinosa di Hiroshima Mon Amour orienteranno in maniera decisiva la
carriera solista dello stesso Foxx e contribuiranno ad influenzare
in modo determinante tanti altri artisti negli anni a venire, Gary
Numan in primis, che sfrutteranno abilmente la lezione di Foxx per
scalare le classifiche mondiali.
Questi elementi risultano accentuati nell’ultimo disco degli
Ultravox guidati da John Foxx, Systems of Romance, sempre del 1978,
prima che l’artista britannico decida di abbandonare il gruppo, a
causa di contrasti con Billie Curry sul percorso musicale da
seguire.
Dopo un periodo di riflessione necessario per riordinare le idee,
John sceglie di affidarsi alla Virgin, nella volontà di
salvaguardare la propria autonomia artistica: infatti ottiene che la
casa discografica distribuisca l’etichetta privata che egli stesso
fonda ispirandosi alla Obscure Records di Brian Eno. Nasce così la
Metal Beat, che pubblica nel marzo 1980 il suo primo lavoro solista:
Metamatic.
L’album è ancora oggi considerato l’autentico capolavoro di Foxx e
una pietra miliare della musica elettronica contemporanea.
Metamatic rappresenta uno sconcertante viaggio in un incubo
futurista, fatto di gelide architetture sintetiche, dei rumori
opprimenti della civiltà industriale (Metal Beat), di distanze
incolmabili tra individui anonimi e informi (He’s A Liquid, Blurred
Girl), di irrimediabile solitudine e abbandono (No-One Driving), in
una totalizzante compenetrazione tra uomo e macchina (A New Kind Of
Man).
In effetti, Foxx qui riprende stilisticamente l’approccio
rigorosamente elettronico dei Kraftwerk, sia pure nella forma più
tradizionale della canzone.
continua |


The Man-Machine
The Model - Computer Love
I Kraftwerk non sono
esponenti del movimento electro-pop: ne sono gli autentici
fondatori.
Gli Ultravox, gli Human League, i Devo, i primi Simple Minds,
Gary Numan, gli Orchestral Manoeuvres In The Dark, i Soft Cell,
i Depeche Mode sono semplicemente inconcepibili se si postula la
non esistenza dei Kraftwerk, la cui influenza in verità si
estende ben oltre i confini di questo genere, ponendo la band
nell’olimpo dei gruppi più importanti della musica
contemporanea.
Il pilastro fondativo dei Kraftwerk nasce dall’incontro di due
giovani studenti al conservatorio di Düsseldorf: Ralf Hütter e
Florian Schneider, che scopriranno di essere accomunati da
numerose affinità a livello di gusti musicali e dalla passione
per l’avanguardia.
I loro primi esperimenti sonori sono piuttosto grezzi, ma già si
può intuire l’interesse per la sperimentazione che caratterizza
altri gruppi della fertile scena tedesca di quegli anni (Can,
Popol Vuh, Amon Duul). Hütter e Schneider danno così vita agli
Organisation, il cui primo e unico album, Tone Float (1970), è
un impasto di rock tradizionale e squarci di psichedelia in cui
si possono cogliere assonanze con i Velvet Underground ed i Pink
Floyd di Ummagumma, senza che tuttavia venga concesso nulla ad
aperture melodiche.
Già nel 1970, però, i due sciolgono la band per dare vita ai
Kraftwerk (nome che significa “centrale elettrica”), la cui
formazione include: Ralf Hütter (piano, tastiere), Florian
Schneider (flauto, violino e percussioni elettroniche), Andreas
Hohmann (batteria) e Klaus Dinger (batteria).
Dopo aver sottoscritto un contratto per la Philips, tra il 1970
ed il 1973 il gruppo compone tre album: Kraftwerk 1, Kraftwerk 2
e Ralf & Florian che, nell’insieme, esprimono un forma di rock
d’avanguardia, intellettuale e aperto alla sperimentazione più
estrema, anche mediante un primo approccio all’impiego di
rudimentali apparecchiature elettroniche.
Ma è Autobahn (1974) il disco della svolta, che vede il gruppo
abbandonare di fatto gli strumenti tradizionali come chitarre,
batteria, flauto, a favore di una massiccia introduzione dei
sintetizzatori, in funzione di una musica più accessibile e
persino ballabile, come testimonia in particolare la stessa
title track: una suite che si snoda per ventidue minuti la quale
combina i tipici rumori prodotti dalle auto in movimento
(clacson, motore, pneumatici) con una piacevole, rilassante
melodia sintetica, sorretta da un ritmo regolare e uniforme,
dando la sensazione di percorrere idealmente un viaggio lungo
un’autostrada.
Spiega lo stesso Hütter: “Düsseldorf, la città in cui viviamo, è
il centro della più grande zona industriale tedesca. La nostra
musica è quella della realtà urbana, con i ritmi e i suoni che
producono le fabbriche, i treni e le automobili. Lavoriamo in
questo contesto e ne siamo influenzati, come degli operai della
musica, per otto-dieci ore al giorno nel nostro studio di
registrazione. Amiamo i computer e le macchine che noi stessi ci
siamo costruiti, con esse abbiamo una relazione semi-erotica”.
Altra perla del disco è Kometenmelodie, brano suddiviso in due
sezioni, con la prima, permeata da sonorità cosmiche alla
Tangerine Dream, che poi esplode letteralmente nella seconda in
un trascinante crescendo emotivo.
Autobahn determina un’impennata anche dal punto di vista
commerciale, imponendosi sorprendentemente negli Stati Uniti,
dove una versione ridotta della title track, uscita come
singolo, raggiunge i vertici della classifica.
continua |


Orchestral Manouvres In The Dark
Enola Gay - Electricity
Gli Orchestral Manoeuvres In The Dark
sono costituiti da Paul Humphreys (tastiere, percussioni
elettroniche) e Andy McCluskey (voce e stessi strumenti più il
basso).
Il nome del gruppo deriva da una delle prime composizioni di
McCluskey, in cui, ancora giovanissimo, rivela già le sua
inclinazioni alla sperimentazione più estrema sfruttando e
miscelando arditamente interferenze radiofoniche, rumori registrati
dalla televisione e percussioni glaciali.
Orchestral Manoeuvres In The Dark è anche il titolo del primo disco
della band, pubblicato dalla Dindisc nel febbraio 1980, il quale è
un eccellente album di pop elettronico, in cui i suoni sintetici,
lungi dall’essere esperimenti un po’ fini a se stessi come nei
primi, velleitari tentativi del gruppo, assumono al contrario una
struttura definita ed equilibrata, ponendosi al servizio, ma senza
sovrastarle, delle sfavillanti melodie elaborate dal duo.
Red Frame / White Light, Electricity e Messages sono i singoli
estratti, che alimentano larghi consensi da parte del pubblico e
persino della critica.
Il successo clamoroso ed inatteso del disco coglie però
completamente impreparati Humphrey e Mc Cluskey che, introversi e
poco adatti ai ritmi e ai vorticosi meccanismi dello show business,
faticano a controllare le crescenti tensioni cui sono sottoposti,
precipitando in uno stato di depressione che li porta addirittura a
pensare seriamente di ritirarsi dalle scene non appena pubblicato il
secondo album.
Organisation (1981) risente in effetti di questa atmosfera di
disagio e malessere interiore, come dimostra la pressoché totale
assenza di brani pop spigliati e briosi come quelli che dominavano
il primo disco, che qui lasciano invece spazio a composizioni cupe,
frammentarie, problematiche, influenzate dai Joy Division di Closer.
Fa eccezione la piacevole Enola Gay, destinata a diventare senza
dubbio il brano più celebre del duo.
Più coeso e lineare, anche se meno coraggioso, appare Architecture &
Morality (1981), che con Souvenir e Joan Of Arc, brani pop di facile
presa, regala alla band i primi successi Oltreoceano.
Le canzoni ora risultano più morbide, accessibili e certo tutt’altro
che raggelanti come nel disco precedente, anche se faticano a
ritrovare quell’immediatezza e quella freschezza che avevano
contraddistinto il primo lavoro del duo.
Sarà invece Dazzle Ships (1983) a riuscire nell’intento di coniugare
organicamente l’efficacia di certe melodie, come il technopop
accattivante di Telegraph e International, ad episodi più complessi,
come Radio Prague e Radio Waves, che testimoniano sin nei titoli il
debito nei confronti dei Kraftwerk di Radioactivity.
Dazzle Ships rappresenta invero l’ultimo disco degli OMD più
elettronici e sperimentali: da questo momento in poi, i lavori del
gruppo virano decisamente verso una direzione ben più commerciale
che non mancherà di riservare al duo anche vari successi da
classifica, specie negli USA.
Tuttavia, si tratta di opere abbastanza effimere e in ogni caso
molto meno rilevanti ai fini della nostra trattazione.
continua |