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Vent’anni di carriera e decine di milioni di
dischi venduti per un duo che ha fatto la storia del techno-pop. Vince
Clarke e Andy Bell, in arte Erasure, il progetto che probabilmente ha dato e
continua a dare più soddisfazione a colui al quale si deve la nascita di
Depeche Mode e Yazoo. L’avventura prende forma nel 1985, quando Clarke è
reduce dall’ultimo esperimento targato Assemby. Dopo il classico annuncio
sul giornale, Andy Bell, quarantunesimo candidato nel ruolo di vocalist ed
ex macellaio, è l’uomo giusto per dar vita alla nuova avventura. Tra i due
sorge subito un feeling particolare, che porta il buon Vince a proseguire la
partnership per oltre due decadi, evento assolutamente imprevedibile
all’epoca vista l’idiosincrasia dello stesso compositore per i rapporti di
lunga durata. L’alchimia tra i due sforna una quantità impressionante di
singoli nella Top 20, oltre a 5 album che finiscono dritti dritti al numero
1 delle UK charts. Nel corso di tutti questi anni, Clarke non perderà
occasione di lavorare, in sede di remix, per i gruppi più disparati, a
partire dagli Happy Mondays per finire ai Simple Minds passando per Betty
Boo e Nitzer Ebb. Di rimando, saranno decine gli artisti di fama mondiale
che si cimenteranno a loro volta con le splendide melodie pop del duo:
William Orbit, LFO, Moby, The Orb, Martyn Ware, Diamanda Galas e Alex
Paterson solo per citare i più importanti. Il debutto degli Erasure è
targato 1985, con il primo singolo Who needs love (Like That), anticipatore
dell’album Wonderland, che fa subito capire le potenzialità della nuova
accoppiata: techno-pop di pregevole fattura, condito dalla voce poderosa di
Bell e dai classici suoni electro tirati fuori come per magia dai synth di
Vince. Oh l’amour, terzo singolo estratto, aiuta tantissimo la band a farsi
u nome, e infatti diventa il primo hit degli Erasure, in Francia e
Australia. I due sono instancabili, e insieme ai primi live, che tengono
soprattutto in Inghilterra e Germania - dove diventano subito popolarissimi
- continuano senza soste il lavoro di studio. The Circus, il secondo album,
arriva a neanche un anno dalla pubblicazione di Wonderland, e per la prima
volta fa capolino nella Top 20 della classifica inglese. Il disco, prodotto
insieme a Flood, contiene la celeberrima Sometimes, tormentone dell’estate
1987, ad oggi ancora una delle più amate dai fans. Ma, insieme ad altri
episodi più “easy” come Victim of love e It doesn’t have to be, l’album
presenta brani più maturi e ricercati come quello omonimo, oppure Leave me
to bleed, un must dei primi live, e l’eterea Spiralling. Dal vivo gli
Erasure sono ormai una realtà, grazie soprattutto alle doti istrioniche di
Bell, vero animale da palcoscenico, ma anche nei club la musica del duo va
per la maggiore, e questo convince la Mute a pubblicare nel dicembre ’87 una
raccolta di remix (sono presenti anche alcuni estratti live) di The Circus,
firmati dallo stesso Vince, Flood e Little Louie Vega. Appena cinque mesi
dopo, è il turno di The Innocents, che arriva direttamente al numero uno.
Per gli Erasure è l’età dell’oro, e tutti i singoli estratti – Ship of fools,
A little rispect e Chains of love – arrivano nelle zone alte della
classifica. Ship of Fools, uno dei più grandi successi targati Erasure, è
una lovesong dalla melodia killer (fu composta con la chitarra in casa
Clarke), e lo stesso Bell ricorda come <le parole siano venute fuori quasi
da sole, dietro quella melodia incredibile>. |
I New Order:i Joy
Division senza Ian Curtis. Esordiscono ufficialmente con la pubblicazione
nel giugno 1981 del 12 pollici di Ceremony, primo brano della discografia a
nome New Order, cantato da Bernard Sumner, che così diventa il vocalist
ufficiale della band. Il singolo riprende il discorso lasciato aperto dalla
vecchia band: atmosfere diluite e un suono emozionale e pacato che troveremo
poi nel disco di esordio “Movement”. La musica non è più oppressa dalla
presenza ingombrante e dai problemi esistenziali di Curtis, con
arrangiamenti ben curati ma semplici e brillanti soluzioni armoniche, il
tutto componenti assenti nei dischi dei Joy. “Movement” esce alla fine del
1981 raggiungendo la # 30 nelle UK charts, ed è prodotto da Martin Hannett,
stesso produttore dei Joy, e la copertina è di Peter Faville. Ci sono
ancora, come è ovvio, delle influenze di Ian Curtis (soprattutto per quanto
riguarda lo stile del canto), ma il gruppo cerca chiaramente di arrivare ad
avere una propria identità musicale. Nel disco troviamo canzoni come Dreams
Never End, che musicalmente parlando si avvicina più alle successive
produzioni dei New Order che ai Joy Division, Truth che potrebbe essere
benissimo un estratto dagli Ultravox di John Foxx con la chitarra
maggiormente in evidenza, le pulsazioni e le percussioni elettroniche di
Senses e Denied e il quasi techno-pop di Chosen Time. Nel maggio del 1982
esce il singolo Temptation, presentato in anteprima da John Peel dove per la
prima volta il gruppo si esibisce come New Order, in cui iniziano ad essere
evidenti le atmosfere e il nuovo indirizzo musicale che poi esploderanno con
Power, Corruption And Lies. Agli inizi del 1983 il gruppo entra nei
Britannia Row studios per la registrazione del secondo album che vedrà la
luce nel giugno seguente. “Power Corruption And Lies” rappresenta in tutti
sensi (musicale, commerciale, lirico) una svolta: per i numerosi fans di
Curtis rappresenta il disco di tradimento della band, lontano com’è dagli
standard dei Joy Division. Già il singolo Blue Monday pubblicato poco prima
è un grandioso brano dance di 8 minuti, pietra miliare del techno-pop, e che
alla fine venderà più di tre milioni di copie rimanendo nelle classifiche
americane di Billboard ben 4 anni e ritornandoci prepotentemente quando nel
1997 gli Orgy ne faranno una cover per il loro disco, ma tutto l’album è
strutturato e modellato su songs elettroniche molto melodiche, che sono un
esplicito riferimento alla musica dei Kraftwerk pur non possedendone la
stessa originalità. I New Order si lasciano per sempre alle spalle angoscia,
rabbia e poesia decadente per abbracciare un pop dance immediato e
facilmente fruibile da tutti. Your Silent Face, Age Of Consent allegra e
frivola, The Village e Ecstasy contribuiscono alla realizzazione di un
prodotto impeccabile di alta tecnologia, vera estasi della musica ballabile.
L'arrangiamento è ricco di sonorità campionate: sezioni d'archi
sintetizzate, accordi di chitarra con effetti sparsi dappertutto, ritmi
gelidi e trascinanti allo stesso tempo, canto sempre in secondo piano
rispetto ai suoni e alle ritmiche ossessive. Il disco sale alla #4 in UK, ma
va molto bene anche in America, trainato da Blue Monday. |
Pet Shop Boys, ovvero il duo britannico a prova
di tempo, che insieme agli Erasure mantiene il record di longevità nel campo
del techno-pop: vent’anni esatti ad oggi, colorati da una sfilza di hit che
non ha eguali. Con il numero uno la band inglese ci flirta fin dal 1985,
quando il singolo West End Girls irrompe clamorosamente al vertice della UK
chart e nelle classifiche di mezza Europa. Neil Tennant, critico musicale
(soprattutto dei gruppi che adesso diventano suoi concorrenti…leggere per
esempio il commento sui singoli dei Depeche Mode nella raccolta 81-85), e
Chris Lowe (synth), studente di architettura, si erano incontrati qualche
anno prima, precisamente nel 1981. A Neil piaceva la musica rock, e di
conseguenza artisti del calibro di David Bowie e Elvis Costello. Chris,
invece, era un appassionato della disco. Nonostante il diverso background
musicale, i due decidono comunque di formare un gruppo. Lowe è un grande fan
del New York disco producer Bobby Orlando, ed è proprio a lui che i due si
rivolgono per diventare famosi, presentandogli in anteprima assoluta i primi
demo composti a inizio ’83. Un paio di settimane più tardi i Pet Shop Boys
registrano West End Girls, che in breve diventa un club hit nella west coast
americana. Nel 1985, avendo praticamente scritto materiale per riempire un
paio di album, firmano il primo contratto discografico con la EMI, e
cominciano a lavorare a tempo pieno (abbandonando così le vecchie
occupazioni) al primo disco. L’etichetta, convinta di avere tra le mani due
grandi hit, decide di ripubblicare i primi due singoli, e cioè West End Girl
e Opportunities. E’ un successo clamoroso, soprattutto il primo, che balza
ai primi posti di tutte le classifiche europee. Il duo, composto
esclusivamente da voce e synth, lavora con il produttore Stephen Hague – un
maestro del techno-pop – e pubblica Please nel 1986. L’album contiene tutti
i primi hit, compresa una nuova versione del singolo Suburbia. Il risultato
è notevole: mescolando con grande abilità suoni elettronici e vena melodica
sfornano successi su successi. Two Divided by Zero, West End Girl, Love
Comes Quickly, Violence, Later Tonight e Why Don’t We Live Together gli
episodi più convincenti di un primo lp tutto da ascoltare, che regala loro
fama e notorietà immediata nell’ambiente del pop elettronico. Alla prima
fatica fa seguito un disco di remix chiamato semplicemente Disco (da notare
che il titolo originale per Please sarebbe dovuto essere This Is Disco).
Durante un soggiorno a Milano rimangono felicemente colpiti dalla scena
artistica e modaiola della città meneghina, tanto da dedicarle una canzone,
Paninaro, con relativo video girato ai piedi della Madonnina. Vent’anni e
dieci dischi originali, più una serie infinita di raccolte e versioni remix.
Ormai sono rimasti loro e pochi altri a tenere alto il buon nome
dell’elettro-pop, visto che la maggior parte delle band con cui hanno
iniziato non esiste più o si è riciclata in modo più o meno nobile. Nel
1987, quando ancora non si è spento l’eco di Please, ecco una nuova sfornata
di singoli killer (It’s a Sin, la magnifica Rent, Always on My Mind, Heart),
che anticipano o seguono di poco l’album Actually, prodotto questa volta da
Julian Mendelsohn. |